“Non c’è bisogno di essere eroi, basterebbe ritrovare il coraggio di aver paura, il coraggio di fare delle scelte, di denunciare.“     Don Peppe Diana

In occasione dell’ anniversario dell’uccisione di Don Peppe Diana, il Ferraris di Caserta, sempre attento a sensibilizzare i suoi allievi sull’importanza del tema della legalità, ha proposto   una  giornata dedicata alla memoria di Don Peppe Diana.

In un periodo come questo, che per le note vicende ci costringe a stare a casa, la giornata ha voluto rappresentare  una sorta di marcia virtuale perchè il  ricordo di un uomo come lui, esempio dei più alti ideali di giustizia e di solidarietà umana, rimanga sempre vivo e si tramandi di generazione in generazione.

Questa l’attività  proposta  ai ragazzi:

Consultazione, con analisi attenta, dei documenti tra quelli di seguito riportati, riflessioni sulle vicende della sua vita con particolare attenzione al suo pensiero e alle frasi e ai discorsi da lui pronunciati.

A seguire, produzione di un elaborato ORIGINALE a scelta tra quelli elencati:

  • un disegno
  • una poesia
  • una canzone
  • un breve racconto
  • un video
  • una presentazione
  • altro

I lavori svolti saranno la testimonianza della presenza del nostro Istituto ad una “marcia didattica” per celebrare il giovane sacerdote ucciso dalla camorra

#restoacasaefacciomemoria
Documenti da consultare:
  • La Serie Tv dedicata alla sua storia:
Per amore del mio popolo – parte 1°
Per amore del mio popolo parte 2°

Molto apprezzata da parte dei ragazzi questa proposta  su cui hanno lavorato  con grande entusiasmo ed in modo molto  sentito producendo bellissimi  lavori di ogni genere. Ne riportiamo qui alcuni a testimonianza di questa loro “marcia didattica” in memoria di Don Peppe Diana:

SEZIONE VIDEO:

Realizzato da Giosuè Russo 5° A Tur . Clicca sull’immagine per guardare il video

 

 

 

Realizzato da Desideria Di Caprio 5° A tur.  Clicca sull’immagine per guardare il video

 

 

 

SEZIONE DISEGNI

Clicca sull’immagine:

SEZIONE RACCONTI:

UN’INTERVISTA PARTICOLARE – MIO PADRE RACCONTA DEL SUO PROFESSORE DON PEPPE DIANA         (di Fusco Benedetta- 3Deno)

Salve a tutti, per questo compito in memoria di don Peppe Diana, ho deciso di intervistare mio padre che ha avuto la fortuna di averlo avuto per tre anni come insegnante di religione. 

Don Peppe Diana è nato il 4 luglio 1958 a Casal di Principe. Era un sacerdote ed è stato assassinato dalla camorra  il 19 Marzo 1994. 

Benché dalla sua morte siano passati ben 26 anni, non si smette mai di ricordare il segno profondo che ha lasciato nella società campana offrendo la sua vita “ per amore del suo popolo”. 

Negli anni ’80 e ’90 le difficoltà non mancavano quando la camorra dominava senza scrupoli la sua terra. Peppino in quegli anni cercava di coinvolgere i giovani, di intrattenerli e di allontanarli dalla malavita. 

Introdusse nella parrocchia i primi campo scuola educando i giovani a crescere come cristiani e cittadini e mio padre come vi ho già anticipato era tra quei giovani.

Ma adesso veniamo a noi…anche mio padre oggi è a casa per le misure restrittive imposte dal governo a causa del Coronavirus che sta attanagliando il nostro Paese e  con orgoglio ve lo presento.

Oggi è anche la sua festa, perché è il mio papà e perché si chiama Giuseppe, Giuseppe Fusco.

Ha 47 anni   ed è cresciuto a Sant’Antimo, un piccolo paesino  della provincia di Napoli ed ha conseguito il diploma presso l’ITIS Alessandro Volta di   Aversa, dove insegnava don Peppe Diana.

L’ho invitato a sedersi accanto a me ad aiutarmi a scrivere ciò che fino ad oggi mi ha sempre raccontato.

  • Papà, chi era per te don Peppe Diana?
  • Era il mio professore di religione, lo è stato per tre anni.
  • Qual è l’immagine che hai di lui? Come lo ricordi fisicamente? 
  • Era un tipo non tanto alto e a quell’epoca ricordo che portava una folta barba. A primo impatto si vedeva che era un uomo molto colto e preparato. Non vestiva mai con abiti che facessero capire che era un sacerdote.
  • Che tipo di rapporto avevi con lui? 
  •  A quell’epoca non si dialogava molto con i professori, c’era un rapporto un po’ più distaccato e nessuno sapeva della loro vita privata. Il nostro era più un rapporto professore alunno, io ero anche un ragazzetto molto timido per questo avevo anche difficoltà a relazionarmi con lui e a chiedere qualcosa in più.
  • Come lo ricordi caratterialmente?
  • Nonostante la distanza professore alunno, con noi aveva un atteggiamento quasi fraterno. Era una persona molto tranquilla, socievole, solare…anche esuberante, felice di annunciare il Vangelo. 
  • Ricordi se aveva momenti di nervosismo? 
  • Si ne aveva molti, quando doveva richiamare all’ordine la classe oppure quando cercava l’attenzione per la lezione. La nostra era anche un età difficile avevamo circa 18 anni e parlare di religione a quell’età non era facile perché  pensavamo a tutt’altro e non alla religione.
  • Hai mai fatto qualche gita con lui? 
  • No, non è mai capitato che ci accompagnasse ad una gita, e, a dire il vero, non ho neanche mai fatto una gita!!!
  • Come lo chiamavate? 
  • Lo chiamavamo tutti professore, raramente don Peppino. 
  • Dato che avevate lo stesso nome, vi è mai capitato di scambiarvi gli auguri il 19 Marzo in tre anni? 
  • Mi pare che una volta sia capitato, ci scambiammo gli auguri ma sono passati tanti anni non ne sono sicuro. 
  •  Voi ragazzi, voi alunni sapevate dell’azione di don Peppe contro la camorra? 
  • Molti ricordano don Peppe come un prete anti camorra, ma per noi non era così: era un semplice parroco che predicava il Vangelo, e come tutti i parroci cercava di portare gente nella sua chiesa, quanta più gente poteva. Cercava di incoraggiare soprattutto i giovani a stare lontani da organizzazioni criminali dato che  potevano ancora scegliere da che parte stare. Durante le sue omelie spesso parlava del male che purtroppo affliggeva la sua amata terra, la camorra, che senza indugio ha deciso di liberarsi di quest’uomo che solo con le parole riusciva a ferirla e a colpirla.  Per questo lo hanno assassinato; non era un eroe, era un uomo semplice, un parroco come tanti che predicava in una terra malata. Era molto ben voluto perché era un uomo buono ma non era un parroco anticamorra, non combatteva ”guerre”; La Chiesa, i preti non ne fanno!
  • Grazie mille papà. Abbiamo conosciuto don Peppino da un altro punto di vista. Tanti auguri papà anzi doppi auguri! 
  • Di nulla figlia mia. Grazie a te!

SEZIONE POESIE:

A Don Peppino     (di Ludovica Di Nuzzo 5° A sala)

Battersi da tempo contro il male

quel male che viene fatto in silenzio,

di nascosto e a tutti.

Battersi contro quel male,

che piano piano ammazza e crea vittime.

Il silenzio non porta a niente,

il silenzio è solo vittima del male,

ribellarsi è salvezza,

parlare è salvezza.

A te Don Peppino

che ogni giorno hai combattuto

quelli che tutti chiamano “camorra”,

ma che in realtà è solo male accumulato.

A te che hai saputo dare forza,

hai spezzato il silenzio e hai saputo aiutare.

A te che sei morto ingiustamente per tutti noi.

A te,

che amavi il popolo come una famiglia,

rivolgo la mia preghiera.

HO DECISO…DENUNCIO (di Giuseppe d’Anna  5° C ENO)

Ti diranno che sei un pazzo

una parola e t’ammazzo.

Nella vita non contano i ricatti

contano i fatti.

Il saper vivere bene

è la cosa più giusta da fare , conviene.

Non c’è bisogno di essere eroi,

umili, questo siamo noi,

non siamo nemmeno degli agenti,

ma dobbiamo essere coerenti.

Mostrano la ferocia della loro violenza

mah, chissà, forse è solo una finta potenza.

Non servono armi o lame affilate,

basta solo che voi….. DENUNCIATE