Si è svolto sabato 26 marzo presso l’aula conferenze dell’Istituto Ferraris di Caserta il webinar di informazione e sensibilizzazione sul Benessere Alimentare in collaborazione con l’associazione EMMEPI4EVER, ABILI…DIVERSAMENTE e PERLATECNICA. Ospite d’eccezione la dott.ssa Nadia Accetti, presidente nazionale dell’associazione Donna Donna Onlus.

Il webinar è parte integrante del progetto “Entanglement….la rete che connette” gestito con attenzione e cura dalla  referente, prof.ssa Angela Nunziante, Funzione strumentale del nostro Istituto, coadiuvata dalla prof.ssa Rosa Manfra.  Tale percorso progettuale offre ai nostri studenti anche l’opportunità di uno sportello di ascolto e, con il seminario di oggi, ha concluso il primo ciclo di incontri tra studenti ed una équipe di esperti della nutrizione e del disagio psico-fisico per confrontarsi e capire meglio il delicato e silenzioso mondo dei DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare).

Un percorso segnato da una data: 15 marzo, la Giornata Nazionale dei Disturbi Alimentari o anche nota come Giornata del fiocchetto lilla, in cui gli studenti delle classi 4Atur e 2A hanno proseguito le loro riflessioni in classe indossando il tradizionale fiocchetto lilla in segno di adesione alla campagna per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari.

 

Disagio psicologico e DCA: “una pandemia nella pandemia” , che ha inesorabilmente e silenziosamente colpito le giovani generazioni nel tempo sospeso del lockdown e dell’incertezza tra riaperture e chiusure dei consueti ambiti di vita per un adolescente dei nostri giorni. E’ da questo concetto  che i relatori sono partiti per affrontare la delicata tematica. Ognuno di essi ha fornito il proprio prezioso contributo relativamente al proprio settore di competenza.

E così si è parlato della solitudine imposta o scelta per fuggire situazioni di stress; dei malesseri interiori che generano un rapporto conflittuale con il cibo, il nemico su cui riversare il disagio taciuto o la violenza subìta; dell’impatto che Internet e i social in particolare hanno sui soggetti emotivamente fragili.  Insomma ciò che è emerso è una stretta connessione tra i DCA ed il disagio interiore, la sofferenza psicologica ed  emotiva, la difficoltà relazionale e sociale. È essenziale dunque curare prima le ferite dell’anima per guarire il corpo, ecco perché il cammino di guarigione dai disturbi alimentari deve necessariamente accompagnarsi ad un sostegno psicologico.

Il seminario è stato l’occasione per porre l’attenzione sui DCA più noti, anoressia, bulimia o Binge eating disorder (disordine da alimentazione incontrollata) ma anche sui nuovi Vigoressia e Ortoressia, ovvero rispettivamente l’ingannevole ossessione per una forma fisica perfetta mediante un eccessivo esercizio fisico e l’ossessione del mangiar sano che predilige un’alimentazione a base di vegetali e che esclude alimenti essenziali per il nostro corpo.

Le numerose domande poste dagli studenti agli esperti sono state la testimonianze dell’interesse e del coinvolgimento che il seminario ha suscitato nei ragazzi.

“Ho vergogna di parlare con i miei, non capirebbero.”

“Come posso dirlo ai miei genitori? Come far capire che ho bisogno di aiuto?”

“Come posso uscire dalla mia ossessione per il cibo?”

“Sono spesso stanca. C’entra qualcosa con la mia dieta?”

“Non mangio mai a tavola con i miei. Preferisco mangiare nella mia camera.”

“Cosa si può fare per migliorare l’autostima?”

Gli esperti hanno  risposto a dubbi e domande,  fornendo strumenti utili a definire e riconoscere i campanelli di allarme, per infondere anche il coraggio di parlarne con i familiari.

Il Ministero della Salute definisce i DCA “una modalità malata di sopravvivenza” individuabile da alcuni segnali:

  • Il tono dell’umore cambia, si è spesso nervosi per inezie;
  • Si tende all’isolamento sociale e familiare evitando momenti di convivialità con parenti e amici; ne risulta compromessa la relazione sociale;
  • Si percepisce un senso di benessere quando si riesce a perdere peso e l’autostima aumenta quando gli altri notano il dimagrimento, il risultato dei sacrifici genera un senso gratificazione;
  • L’esercizio fisico aumenta in maniera ossessiva, sia che si tratti di lunghe camminate sia di prolungata attività fisica in palestra;
  • Conteggio ossessivo delle calorie;
  • Mangiare di nascosto;
  • Sminuzzare il cibo e mangiare molto lentamente.
  • Preferire bevande calde a cibi solidi.

Questi i primi quotidiani segni di un disturbo alimentare i cui effetti più deleteri possono  manifestarsi nel tempo attraverso  danni cardiaci, danni alla fertilità, disfunzioni ormonali, blocco della crescita ma anche senso di vergogna, di colpa, isolamento, basso livello di autostima, tendenza all’autolesionismo.

Essi sono un grido di aiuto. Il tentativo errato di trovare la propria identità o di reagire a violenze e ingiustizie subìte.

Ciò che è importante ribadire è che i disturbi alimentari SONO una malattia, NON un capriccio. Purtroppo ancora oggi non si considerano i DA una vera e propria malattia e si tende ancora a sminuire la gravità di certi sintomi. Ecco  il perché dell’importanza di seminari informativi di  sensibilizzazione  come quello di oggi. E ringraziamo di questo tutto il TEAM di esperti intervenuti oggi ed in primis la Dirigente Scolastica dott Antonietta Tarantino che, nella progettazione dell’offerta formativa,   pone sempre particolare attenzione al Benessere della comunità scolastica.

Il seminario si è concluso con l’intervento della dott. Nadia Accetti, che portando la testimonianza della sua storia personale e  con il suo sorriso contagioso ha ribadito che da queste  malattie SI PUO’ GUARIRE  e  si può tornare a vivere. Serve però l’aiuto di interventi di persone esperte che con  il dialogo, con l’ascolto delle ferite, delle paure, possano restituire all’adolescente malato di DA quel senso di accettazione dall’altro che aveva perduto e riconsegnargli la sua unicità, la sua preziosità.